DECADENZA
Rock Hard - Dec. 2003 - 9/10
Decadenza : Anime + La Mia Strada (MCD - Selfproduced/2003, 2003)
Dopo anni di militanza nell'underground romano ed un EP, "Anime" alle spalle, l'entrata nel combo di Jonna, chitarra, dona nuova linfa alla band che in occasione della pubblicazione del nuovo pezzo "La Mia Strada" riedita alcuni pezzi gia conosciuti e li include in un CD. La band sviluppa un sound che parte dall'Hard di stampo piu' riottoso, un misto tra la storia rappresentata dagli Hanoi Rocks e l'elettricita' del primo dei Guns N'Roses, legando il tutto con una dose di oscura tristezza, o malinconia, mutuata da quel piccolo grande gruppo chiamato The 69 Eyes. Shekerate tutto con un cantato in italiano, ottimamente inserito all'interno della composizione, ed avrete una ottima band. Il livello dei singoli non e' eccezionale, forse, per una volta svetta solo la grande capacita' vocale del cantante "Killo", non una grande estensione, ma gioca ottimamente con i toni piu' bassi regolando bene quelli alti, buona la chitarra di "Luca" coadiuvato nella sola "La Mia Strada" da "Jonna". Evidente il progresso tra i pezzi vecchi ed il nuovo, sia sotto il punto di vista compositivo che di produzione, se queste sono le premesse per il nuovo lavoro, allora dobbaimo aspettarci un prodotto di ottima qualita' che se supportato da un etichetta illuminata, visto soprattutto il successo di certe componenti scandinave, ma anche di quel "miracolo italiano" chiamato "Malfunk", potrebbe avere un ottimo fututo.
[Massimiliano Petrolini]
DECADENZA - Live NO
SLAPPERS
Come un brivido che scorre…
Roma, Qube, 22 – 04 – ‘04
In questo giovedì 22 Aprile al Qube i Decadenza si sono dimostrati
effettivamente validi e originali.
Propongono un rock'n'roll decisamente cattivo, con particolare predisposizione
per assonanze strumentali e melodie lineari, il tutto ben caratterizzato da
armonizzazioni ben studiate e parecchio orecchiabili.
C'è un bel miscuglio di influenze in questo gruppo e si vede che più
o meno gli elementi della formazione provengono da esperienze comuni e da
un ascolto comparato di gruppi rock storici e di altre valide impronte del
panorama attuale.
Ciò che si avverte è proprio un continuo aggiornamento musicale,
senza tralasciare comunque gli insegnamenti di alcuni dei grandi maestri d'accademia
rock e hard-rock come i mitici Ac/Dc, Skid Row, Led Zeppelin, Iggy Pop, Hanoi
Rocks, Killing Joke ecc.
Ciò che stupisce dei Decadenza è proprio questa impostazione
dark-rock, con qualche venatura da gothic-style che importa in deliziosi testi
notevoli raffinatezze dall'ambito letterario. Da Baudelaire a Rimbaud, infatti,
evidente è la preferenza per temi che si adagiano al decadentismo culturale
e sensazionale, sensazionale parlando proprio del punto di vista di alcune
delle sensazioni di delirio e di cupezza da caduta libera che lasciano addosso
e che si stagliano tra sapori dolci-amari e speranze senza certezze.
Nell'interpretazione dei brani Daniele “Killo” Alaimo offre una linea vocale
tra l'armonico e il metallico, sui bassi-baritoni e sui sussurrati infatti
è molto lineare e comunque deciso, nelle esaltazioni finali di alzate
di tono post ritmico è a volte personale, altre volte dovrebbe semplicemente
curare l'effetto spelling di quelle particolari enfatizzazioni dei ritornelli
piacevolmente potenti per renderli ancora più efficaci e chiari all'ascolto.
L'atteggiamento di Killo è quello che possiamo definire del “bello
e maledetto” (ricordiamo il suo look che offre visivamente un 666 stampato
sulla maglietta di facile interpretazione) da primi tempi di Piero Pelù
che in alcuni contesti potrebbe avere tuttora il suo perché.
Il bassista Marco “Scarface” Luci è vario e si amalgama bene al contesto
della sezione ritmica, in alcune parti sceglie infatti di essere poco invadente
offrendo alcuni sound di arte minimalista, in altre invece gradevolmente presente
con stilati riff mai simili tra loro e molto funzionali al risultato complessivo.
Inoltre offre al cantato alcuni contro-canti e cori caratterizzati da tendenze
di abbandono con sottolineature apprezzabili.
Il Jonna, come non parlarne, è il Jonna. Ricordo, non è solo
un personaggio ma un musicista che può ambire e pretendere. Si diletta
tra alcuni dinamismi della ritmica e alcuni azzeccati scambi di partitura
col primo chitarrista nelle evoluzioni e negli intermezzi; segue in modo affascinante
il cantato e gli arrangiamenti, è rispettoso della musicalità
dei brani ed in alcuni arpeggi armonici tecnico e melodico.
Ci sono anche due perle nel gruppo, che spiccano per varietà e per
creatività negli arrangiamenti strumentali.
Davide Alaimo, il batterista, è molto dinamico e si nota in lui un
potente sincronismo ed una rispettosissima precisione da treno in corsa. Di
probabile influenza Sex Pistols-iana con un ottimo retrogusto affinato dei
primi Metallica si impone con discrezione tra sequenze puntuali e cambi di
ritmo non progressive ma semplicemente vari e efficaci regalando affiatamento
al pezzo.
Luca Nibaldi, insieme a Davide Alaimo, è un altro dei fondamentali
del gruppo. Finalmente un chitarrista non eccessivamente invadente, ma al
servizio del pezzo. Ottima è la sua solista, ognuno dei riff si applica
in maniera estremamente permeabile ai brani e con l'uso di pochi effetti variando
tra parti pulite ed altre sottolineate in distorsione fa crescere e risalta
le personalizzazioni dell'intero gruppo.
Tra le canzoni, quasi tutte degne di nota, ricordiamo “No Hay Banda” che parla
dell'importanza che la musica da sempre ha avuto e sempre avrà per
tutti coloro che la coltivano nello stesso modo in cui già lo fanno
i Decadenza e “Punto di Non Ritorno” con tutte le parti strumentali che seguono
sinuosamente la voce e di cui ricordiamo uno tra i testi dissacranti e neri
tra i più belli delle composizioni attuali.
[Claudia Alioto]
Dunque, dunque… visto che oramai il rock'n'roll è tornato prepotente
in tutta Europa, anche Roma ha deciso che non può rimanere immune a
tutto ciò e, grazie alla collaborazione tra alcune band e due importanti
siti che supportano la scena, www.slamrocks.com e www.dk666zine.cjb.net ,
nasce oggi una nuova manifestazione che vuole presentare, a cadenza regolare,
una serie di concerti dedicati interamente al beneamato genere di cui sopra.
Detto che si spera di portare sui palchi di Roma non solo band locali ma band
di tutta Italia (i provincialismi hanno sempre fatto tristezza) la manifestazione
ha avuto un bell'inizio: di domenica sera il Jailbreak è pieno, addirittura
in concomitanza con una partitella di calcio che si disputava in città,
e le band hanno fatto divertire e beare il pubblico di rockers accorso. Aprono
i Kris, quartetto di ragazzacci tutto dedito al rock'n'roll più d'annata
che si rifà a Dogs D'Amour, Dogtown Balladers, Hanoi Rocks, cioè
per intenderci quella branchia del glam/rock un po' più decadente e
malinconica. Avendo avuto modo di ascoltare anche il demo possiamo dire che
i Kris sul palco valgono decisamente di più. I ragazzacci, tutti con
nomignoli d'arte, Die Die, Kris, Nasty e Djanko, hanno offerto un ottimo concerto,
eseguendo pezzi del loro demo “Hope and Fear” tra cui “Queen of west” e la
bellissima “A letter to Hel(l)sinky, canzone che è un omaggio alle
migliori cose dei Dogs d'Amour e che fa registrare l'ottima la prova di Die
Die alla chitarra; poi ancora vengono eseguite “Take me away”, ballatona che
scippa il cuore un po' a tutti noi (forse il pezzo più bello del loro
repertorio), “Sly girl”, rock'n'roll rabbioso e sfrontato, “Day by day”, altro
bel lento, per chiudere poi il concerto con la canzone sintesi della semplicità
“I love you”, ammaliante con quel ritornello catchy catchy che strappa un
meritato applauso. Niente da dire, i ragazzi hanno dalla loro delle canzoni
più che discrete, devono solo migliorare qualcosa a livello d'impatto
e farci sentire la batteria che durante il concerto aveva un suono floscissimo.
Tocca ai Decadenza (già ampiamente recensiti su queste pagine, evitiamo
di raccontare nei dettagli le canzoni) chiudere la serata. La band è
in forma degnissima, sanno di avere un ulteriore occasione da sfruttare per
farsi conoscere ed offrono un concerto rabbioso e perfetto alternando tutti
i loro classici, da “Judi” a “Polvere di lei”, canzone supportata da un riff
robusto ma che emette senzazioni tristi, che poi è un pò l'essenza
della loro recherce musicale: un suono con tanto, tanto hard rock ma anche
molta rabbia mista a poesia.
Killo, lo ribadiamo, è uno dei migliori frontman della scena romana,
sa interpretare i testi delle proprie canzoni come pochi, li sente bruciare
dentro e li esterna con tutta la rabbia di cui è capace riuscendo questa
sera anche a migliorare quello che sembra sia il suo unico limite: rendere
comprensibili i bei testi. Per il resto fila tutto liscio, la quadratura della
band non si discute, Jonna si esibisce anche in ottimi assoli. e la base ritmica
martella che è un piacere. Il pubblico applaude, Killo si dimena come
un ossessionato su “Specchio”, il primo pezzo composto del gruppo, e alla
fine verranno anche eseguite due cover deliziose “Riot Act”- Skid Row, e “Whole
lotta Rosie”-AC/DC. Una delle loro migliori esibizioni per capirci.
Adesso speriamo che la manifestazione abbia un seguito e che non si debba aspettare 3 mesi per un'altra serata come questa.
Grazie al Jailbreak, alle bands e ai siti che hanno reso possibile tutto ciò.
[Dante “el rockero” Natale]
Domenica 29 Febbraio si è inaugurata presso il Jailbreak di Roma,
la prima serata del R'N'R Damnation, ossia un movimento che cerca di far crescere
il movimento r'n'r nella nostra bigotta penisola…Purtroppo l'abuso di matita
nera, di lacca, di lustrini e quant'altro che ci aspettavamo non si è
verificato, molti “personaggi” che di solito sgattaiolano dalle loro tane
per eventi più blasonati non si sono visti, ma si sa “it's a long way
to the top (if you wanna r'n'r)…
La prima serata ha visto alternarsi sul palco due band romane, i Krys e i
Decadenza…
KRYS : Ho conosciuto questa band negli ultimi scampoli del 2003 e fin da subito l'ho amata per via del song writing delicato e vellutato, per la loro capacità compositiva così dannatamente nordica, per la loro decadenza tipica di band quali Dogs D'Amour , Quireboys o Dogtown Balladers e quindi la curiosità di vederli dal vivo era davvero tanta… La band decide di aprire la propria esibizione con “Every Single Day”, un brano nuovo presumo, perché assente nel loro splendido debut “Hope And Tears”, ma che lascia subito trasparire come il suono della band, dal vivo, sia molto più robusto ed energico rispetto a quanto proposto su cd.
Un buon inizio non c'è che dire, ma è con “Queen Of The West”, “A Letter To Hel( l )sinky, brano dedicato ad alcune band che hanno influenzato le radici della band, e con la splendida “Take Me Away” che i nostri conquistano il pubblico, tre autentiche perle di pura rock intimista, tre spaccati di paesaggi desolati, calda come un deserto “Queen Of The West”, fredda e tagliente come la notte svedese “A Letter To…”, un canto dell'anima “Take Me Away”. Si prosegue con “Killer Clown”, “Sly Girl”, “Day By day” e “I Love You” (tutte estratte dal debut sopra citato) inframezzate da una manciata di nuovi brani tra le quali spicca la “Misfitiana”, almeno per quanto riguarda l'horror attitude, “Halloween Town”e “Trick or Treat”. Non mi ha convinto per nulla invece “Not Time To You”, brano interpretato dal bassista Nasty, la cui timbrica vocale, eccessivamente sporca e rabbiosa, non si adatta per nulla alle sonorità della band, limite che ho riscontrato anche nei cori delle altre song… Nel complesso una buona esibizione davvero, una band che col tempo può solo crescere…
DECADENZA : A distanza di qualche mese dalla loro ultima esibizione all'interno della serata “No Slapper” ho di nuovo il piacere di assistere ad una performance di questi “Dandy Of Vice” romani e quanto visto ieri sera conferma il fiume di belle parole spese in passato per descrivere questa band, ormai perfettamente a suo agio con una chitarra in più, che come già detto in altre occasioni, dona maggior spessore e corposità ai brani, già eccellenti di per sé…La band si presenta al pubblico con un paio di brani nuovi, estratti dal loro imminente Ep, “Fame Di Rumore” e “Ego” che denotano uno spessore compositivo notevolissimo, una spanna sopra alle composizioni medie della nostra triste penisola; brani nuovi dicevamo, ma che dopo poche note sembrano già dei classici della band, perfettamente arrangiati, maledettamente taglienti, morbosamente veri. Un tuffo nel passato buio e cupo della band con “Anime”, “Specchio” (splendida power ballad) e “Giudy” (se vi siete mai chiesti che suono abbia l'eroina, questa song risponde al vostro interrogativo) inframezzate dalla nuova e maestosamente decadente “Polvere Di Lei” , brano sanguigno, dolce come l'aroma del miele selvaggio, rassicurante come il sorriso di sua maestà lucifero, poesia vera…”Brucia lento in me, il demone di un folle che senza un rumore mi ha privato della tua bocca, amante del peccato”!!! “No Hey Banda”, altro brano nuovo, altra cronaca di un successo annunciato, ma che la band aveva eseguito in maniera migliore in altre performance, ma questo non sminuisce il valore di questa song dal dubbio valore morale, una song dall'indubbio disprezzo per l'ipocrisia.
“Punto Di Non Ritorno”, “Hey Man” e la vecchia “Maelstrom” sono tra i brani migliori della serata, quelli che incarnano in pieno il nuovo spirito dei Decadenza, sempre in bilico tra quelle ritmiche pompose e potenti, che hanno nei Backyard Babies e i Turbonegro i loro maestri, e melodie/armonie magiche, sorprendenti, a metà tra strada tra incubo e sogno, tra cielo e inferno tanto care ai “Partners In Crime” Prima di lasciare il palco la band ci delizia con tre cover che fanno ormai parte del bagaglio genetico dei vari membri: si comincia con “Degenerated”, già portata in auge dal film “Airheads” e da quel gran gruppo che erano i D Generation , “Riot Act” sulla quale non vale la pena spendere parole, interpretarla non è cosa per tutti, c'è chi può e chi non può Killo (im)modestamente può!!! Si conclude con “Whole Lotta Rosie”, se il Jonna non suona un pezzo degli AC/DC ad ogni sua performance si sente male, lo dovete capire ;). Quella di ieri sera è stata l'ennesima grande prova di una band fottutamente narcisista, egocentrica, superba, strafottente, arrogante, menefreghista, lontana da ogni trend imperante, scevra da compromessi o facili soluzioni, una grande prova di una grande band che ha “Fame Di Rumore”!!! Support them or die!!!
Se nella scaletta fosse stata inserita anche “La Mia Strada” (correte a scaricarla
su www.decadenza.com ) la serata sarebbe stata perfetta, ma è solo
un mio cruccio.
Concludo questo report nella speranza di poter recensire altri mille di questo
R'N'R DAMNATION…
Infine un ringrazimento al Jailbreak che ha fatto in modo che tutto ciò
avesse luogo, a Moreno e a Slam Magazine (www.slamrocks.com la bibbia del
r'n'r) per la loro collaborazione.
[King Of Outlaw]
Spesso nella giungla che ci circonda i nostri occhi si posano sugli alberi più alti, su quelli che si fanno notare di più per la loro mole e quello che il sottobosco nasconde rimane a noi celato, ignari della magia che esso racchiude…Tuttavia non tutti sono degli sprovveduti, ci sono alcuni pochi lungimiranti che volgono i loro sguardi laddove molti non osano guardare…Questa metafora a mio giudizio spiega bene cosa sia No Slappers,ossia un movimento nato per dare voce a bands che producono musica originale, dando loro la possibilità di esibirsi, senza per questo svendersi alle regole del music business ( I Say Fuck To This Shit) e cosa più importante è nato e cresce per la musica, non è animato da scopi di lucro, non è gestito da squali che fanno ciò che fanno solamente per il proprio tornaconto…
Spese queste due parole, che mi sembravano essere doverose, la prima cosa che mi preme sottolineare è stata la risposta del pubblico a questo evento, che a letteralmente sommerso il “Sonica” : è pur vero che questo locale ha una capienza ridotta, ma la cosa straordinaria è che tale risultato è stato ottenuto pur non avendo i mezzi pubblicitari che hanno altri eventi ( e che spesso si rivelano dei veri e propri flop )…
Veniamo ora alle bands coinvolte in questo vero e proprio circo itinerante…
ANGUS : sono i primi a salire sul palco e le cui coordinate musicali gravitano attorno ad un sano Hard Rock italiano (non vi fate venire in mente Ligabue o i Litfiba per favore): le due chitarre macinano riff e assoli, alle note calde e precise di Angus (che dà il nome alla band) si alternano i soli “Sdra-Sdra” del grande Jonna, uno che non suona semplicemente rock, ma lo incarna vivendolo sulla sua pelle…Immenso!!! Ottima anche la prova del singer Killo, che mostra tutta la sua versatilità, offendo una prova vocale, che si distacca da quanto fa di solito con i Decadenza: mai avaro di urla lancinanti, note che sgorgano dallo stomaco come un fiume in piena e un ghigno stampato sul volto come se fosse posseduto. Da sottolineare il brano che chiude l'esibizione di questa band (“Sarajevo Libera” ): un hard rock granitico, che vede soprattutto negli Ac/Dc la maggiore fonte di inspirazione, e non potrebbero essere altrimenti, potente e ben suonato, capace di farmi venire la pelle d'oca dopo pochissime note…Spero di poter sentire presto un loro demo perché questa band ha delle ottime capacità, che se paragonate a quanto si ascolta di solito in Italia diventano eccellenti.
Dopo gli Angus, è il turno dei Vecchia Ruggine e dei Limbo ( troverete nella home la recensione del loro demo), bands con le quali mi scuso per non avere assistito alla loro esibizione, ma il sottoscritto era in balia del “Pampero”, e chi lo ha provato sa bene cosa significhi essere in una sorta di limbo alcolico…Sorry again guys
Rientrato in possesso delle mie facoltà mentali, o almeno di parte di esse mi avvicino al palco per assistere all'esibizione dei Decadenza, che suscita nel sottoscritto un notevole interesse, per l'innesto di un secondo chitarrista, che poi altro non è che il grande Jonna…
DECADENZA : la band si presenta sul palco del Sonica per ultima, carica più che mai e senza troppi fronzoli : la lezione che questi 5 rockers impartiscono dovrebbe essere studiata a memoria da chi voglia inziare a suonare, ma anche da chi pur suonando da anni non ha un barlume di personalità: quello che la band offre al pubblico è soltanto la sua musica, nient' altro, niente pose da rock stars, niente proclami da Gay Rockers improvvisati dell'ultima ora, ma solo e tanta “Fame Di Rumore”.
“Ego” è una sorta di manifesto programmatico, un monito; “Polvere Di Lei” struggente, decadente, da brivido. Dopo appena tre brani mi rendo conto come l'apporto di una seconda chitarra abbia imbastardito il suono di questa band, e le vecchie influenze di Him e 69 Eyes siano solo un ricordo del passato, vedi “Giudy”, mentre “Punto Di Non Ritorno” e “No Hay Banda” sono invece orientate verso il c.d. “Scan-Rock” e le influenze maggiori siano rintracciabili in band come Turbonegro e primi Hellacopters, con un pizzico di Backyard Babies sparso qua e là: le due chitarre sono taglienti come lamette, la sezione ritmica è potente e compatta e infine l'interpretazione vocale del singer è assolutamente coinvolgente, trasportando l'ascoltatore in un vortice di perdizioni, “in un abisso pieno di incertezze e guai”. “Anime”, “Specchio” e la grandissima-tritasassi “Maelstrom” sono un tuffo nel passato, ma tremendamente attuali. “Hey Man” è l'incarnazione di cosa sia, secondo il sottoscritto, il r'n'r : il ghigno di sua maestà Lucifero che mostra i suoi istinti a un mondo costruito su false ipocrise…Prima di lasciare il palco, i Decadenza offrono una gustosa versione di una brano dei T Rex (di cui non ricordo il titolo…il rum ancora si fa sentire). “…Qui c'è tutto ciò che vuoi, i sorrisi dell'incoscienza, un pentacolo e tre 6”…
[King Of Outlaw]